Quando si parla di medianità, ci si riferisce a quegli aspetti, a quelle facoltà per mettersi in con tatto con i mondi dell’aldilà, ovvero della capacità di contattare entità diverse dagli esseri viventi.
Le pratiche sperimentali di tipo spirituale, un tempo consuete nella cultura di tutti i popoli tradizionali, furono messe in discussione ed in ridicolo all’avvento del Secolo degli Illuminati. Riscoperte sotto la spinta di un mondo scientifico che si affacciava per la prima volta alle ricerche metapsichiche verso la fine del secolo XIX ebbero la loro massima diffusione diventando una pratica conosciuta e di moda nella Società bene in particolare nel mondo anglosassone aprendo le coscienze alla diffusione di questo concetto. Questo tipo di indagini trovarono massima discussione e sperimentazione in Italia negli anni 60 e 70 del XX secolo. Quali sono i supposti teoretici su cui si fonda la visione di un complesso mondo dell’aldilà? Che differenza passa tra la medianità, lo spiritismo? Qual è il filo sottile che segna il confine tra una legittima sperimentazione ed una secca condanna quasi unanime di tutte le tradizioni religiose nei confronti della pratica di una bassa medianità? È esclusiva possibilità di chi possiede queste facoltà innate o è possibile svilupparle ed accrescerle? Attraverso la riflessione e l’approfondimento delle opere di Tommaso Palamidessi dedicate a questo argomento, iniziamo un viaggio per attraversare quella soglia, segreto confine, che separa il mondo dei vivi da quello di coloro che lo furono per riuscire ad entrare in contatto con le entità più elevate ed eccelse.