IL LINGUAGGIO DEI SIMBOLI

La parola “simbolo” deriva dal latino symbolum che ha sua volta viene dal greco Symbolon. Il significato generale di questo termine è “mettere insieme due parti distinte”. In effetti un simbolo è come una medaglia della quale un lato è visibile, tangibile, perché è una figura, e l’altro invisibile, che è il suo significato profondo, e che non potrebbe essere espresso in nessun altro modo.

I simboli sono quindi delle figure, oggetti, statue, disegni, grafici, che hanno un significato speciale che possono trasmettere immediatamente, per sintesi, all’interiorità di chi li osserva.

I simboli non sono solo visivi ma anche sonori, talché il linguaggio umano è composto di parole che sono il simbolo degli oggetti di cui si parla, sono un tutt’uno con essi. Per esempio se considero una parola tipo “casa”, alla mia coscienza affiora l’immagine della casa, come se questo termine in sintesi contenesse la casa stessa. Di estremo interesse sono anche i termini più astratti, tipo “amicizia”, “amore”, “verità”, e in questo caso la parola si connette ad uno strato più profondo della persona, ma anche ad una forza universale che splende più in alto delle concezioni che ognuno di noi ha di essa. Per fare un esempio, esistono varie concezioni dell’Amicizia, ma anche  il concetto puro e universale dell’Amicizia.  Vi sono infinite concezioni dell’amore, e l’Amore puro e rovente fino al sacrificio, che nella simbolica tradizionale è raffigurato nel simbolo della Rosa.

Tuttavia solo chi possiede la chiave per aprire lo scrigno del simbolo, è in grado di contattare il senso profondo della Rosa e capire la forza che essa nasconde.

Anche un gesto, un colore, una figura, una lettera scritta, sono simboli e questa realtà ci porta a considerare come tutto, nella vita dell’Universo, è composto di simboli, che sono il linguaggio della Creazione. Quindi tutto è duale: così come l’uomo e la donna sono composti da corpo ed anima, di conseguenza la realtà corporea, che percepiamo è una realtà apparente, nella quale tutto è simbolo, e che nasconde una realtà più intima all’anima stessa, creatura di Dio che  ha sete di Verità, Conoscenza vera, rapporti puri con tutte le cose.

Per questo motivo i Profeti ed Ispirati che scrissero i Veda, la Bibbia, l’Avesta, i Vangeli, dovendo descrivere le realtà viste con gli occhi dello spirito, usarono un linguaggio denso di simboli e allegorie. Essi raccontarono fatti talvolta mitici, ma tuttavia ben reali nel mondo interiore o su un altro piano di esistenza, oppure fatti che sono realmente accaduti sul piano fisico, ma nei quali i luoghi, i gesti, le parole, i personaggi, diventano simboli di una Realtà senza tempo, e si caricano di un significato universale, che parla all’uomo ed alla donna di ogni epoca.

Tutte le vere scuole esoteriche hanno sempre usato il potere dei simboli per trasmettere nel tempo delle conoscenze profonde sull’uomo, il cosmo e Dio, tanto nel mito creato ad arte, quanto nei riti, sia quelli riservati ai discepoli più intimi, che nelle liturgie per la massa di tutti i credenti.

Nel quaderno di Archeosofia “La via dei simboli e la trasmutazione spirituale”, Tommaso Palamidessi indica le chiavi per capire questa scienza del simbolo e per trarre da ogni simbolo tradizionale la sua forza trasmutatrice della coscienza.

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