L’Alchimia, applicazione sperimentale dei principi dell’Ermetismo, ha portato come conseguenza alla scoperta di nuove sostanze chimiche. Infatti i grandi Alchimisti del passato durante le loro sperimentazioni per trovare quelle sostanze utili ad influire tramite il corpo fisico sui corpi sottili (eterico, astrale e mentale) in modo da facilitare la trasmutazione interiore, scoprirono sostanze allora sconosciute.
Arnaldo da Villanova, illustre medico e alchimista del XIV secolo, preparò per primo l’alcool puro e lo usò per la cura dei suoi malati. Il domenicano Alberto Magno, detto il Doctor Universalis, considerato il più grande teologo tedesco del Medioevo, scoprì come preparare la soda caustica, come raffinare l’argento e l’oro, la composizione del cinabro, ecc. Che dire di Basilio Valentino, monaco benedettino del XV secolo e alchimista, a cui si deve la scoperta dell’acido cloridrico.
Così i “metalli” non sono altro che i principi costitutivi dell’uomo (corpo, anima e spirito). La “trasmutazione dei metalli vili in oro” è il lavoro di purificazione interiore che porta all’unione con Dio. La “forza del fuoco e il suo regime” non è altro che la forza mentale concentrata e allenata dalle lunghe meditazioni.
Qui, la prassi alchemica venne sviluppata tramite 2 vie, una interiore ed una esteriore.
Nella prima si trattava di pratiche ascetiche, meditazioni, dove l’individuo trasformava i “metalli vili in oro” o il “piombo in oro”, in sintesi si operava per trasmutare i propri vizi in virtù.
La seconda via era quella della pratica di laboratorio, il motto degli alchimisti era “ora et labora”, prega e lavora nel laboratorio alchemico, un vero e proprio laboratorio segreto dove si trasformavano le sostanze, si facevano delle distillazioni, delle calcinazioni, delle macerazioni, si trattavano minerali, vegetali ed animali in modo da realizzare dei medicamenti che servivano al completamento dell’ascesi. Questa pratica era la Spargirica, un’ascesi vera e propria, dove l’alchimista durante le preparazioni farmaceutiche partecipava con tutte le sue forze psico-spirituali alla trasformazione della materia fisica fino ad omologare tutte le operazioni verso la trasformazione della materia interiore. Meditando a lungo, per esempio, sulla distillazione di un’essenza di una pianta l’alchimista interiorizzava il processo fisico-chimico ripetendo l’operazione in sé stesso e trasformando la sua materia interiore.
Ma tutto questo era tenuto in gran segreto. Difficilmente un alchimista vi avrebbe introdotto nel proprio laboratorio!!