L’opinione comune che molti si sono fatti sull’Alchimia è di considerarla una specie di chimica primitiva, infantile e misteriosa al tempo stesso, intessuta com’è di simboli incomprensibili e stravaganti, ma soprattutto di una chimica guidata dal desiderio tutto materialistico di trasformare in oro tutti i metalli non nobili. Eppure i testi alchemici parlano molto chiaro a questo proposito con frasi come questa “il nostro fuoco non è fuoco volgare dei fornelli”.
L’Alchimia, applicazione sperimentale dei principi dell’Ermetismo, ha portato come conseguenza alla scoperta di nuove sostanze chimiche. Infatti i grandi Alchimisti del passato durante le loro sperimentazioni per trovare quelle sostanze utili ad influire tramite il corpo fisico sui corpi sottili (eterico, astrale e mentale) in modo da facilitare la trasmutazione interiore, scoprirono sostanze allora sconosciute.
Si potrebbero citare famosi alchimisti del passato ma l’importante è sottolineare il fatto che questi grandi personaggi pur scoprendo una chimica ordinaria rimasero fedeli al loro programma mistico e iniziatico celando per prudenza didattica certi particolari fondamentali riguardo la “Grande Opera”. Così la trasmutazione dei metalli vili in oro, la cosiddetta Pietra Filosofale, non è altro che un’espressione allegorica nata in un periodo storico in cui parlare apertamente significava persecuzione o addirittura morte.
Per approfondire l’argomento è interessante indagare sulle origini dell’Alchimia che si perde nella notte dei tempi e che si può far risalire alle origini della civiltà umana. Infatti l’Alchimia si riferisce ad una tradizione perduta, una sapienza arcaica rivelata all’uomo da Dio, che si è tramandata in tutte le civiltà del passato, in tutte le tradizioni antiche, fino a giungere ai giorni nostri.
Questa tradizione è giunta ai popoli del mediterraneo attraverso gli egizi che l’hanno trasmessa al popolo ebraico tramite Mosè, sacerdote alla corte del faraone, che apprese i misteri dell’antico Egitto e li trasmise al popolo ebraico. Infatti si può considerare il Pentateuco, i primi cinque libri dell’antico testamento, un vero e proprio trattato alchemico.
Il collegamento con l’Antico Egitto si trova anche nel significato della parola Alchimia, che deriva dall’arabo al-kymya, che, a sua volta, proviene dall’egizio kème che significa Terra nera, materia prima che gli alchimisti utilizzavano per compiere la grande opera. La terra nera era in riferimento alla terra fertile ricca di limo presente sulle sponde del Nilo e che si formava quando il fiume aveva le sue piene.
Nel cristianesimo questa tradizione è stata trasmessa attraverso gli esseni, una setta giudaica con cui Gesù Cristo ebbe proficui contatti. La stessa vita del Cristo narrata dai vangeli rappresenta un percorso e una realizzazione alchemica. Tramite gli arabi che entrarono in contatto con la biblioteca di Alessandria di Egitto si arrivò fino al Medio Evo e questa tradizione passò ai cavalieri Templari dai quali si ebbe uno sviluppo presso i monasteri della cristianità.
Oggi, ogni cercatore della verità, può accedere liberamente alle pratiche dell’Alchimia spiegate con un linguaggio nuovo, aperto, scientifico, adatto agli uomini e le donne di questo periodo storico grazie all’Archeosofia che mette a disposizione una serie di quaderni teorico-pratici che aiutano l’uomo di fede e di buona volontà a trasmutare la sua coscienza per salire i gradini dell’evoluzione accelerata.