I SEGRETI DELL’ALCHIMIA

Alchimia è una parola che deriva dall’arabo al-kymya, che, a sua volta, proviene dall’egizio kème che significa Terra nera, materia prima che gli alchimisti utilizzavano per compiere la grande opera. La terra nera era in riferimento alla terra fertile ricca di limo che vi era sulle sponde del Nilo e che si formava quando il fiume aveva le sue piene.

Per trovare l’origine dell’Alchimia occorre andare molto indietro nel tempo, alle origini della civiltà umana. Essa rappresenta una tradizione perduta, una sapienza arcaica rivelata all’uomo da Dio, che si è tramandata in tutte le civiltà del passato, in tutte le tradizioni antiche, fino a giungere ai giorni nostri.
Lo scopo dell’Alchimia era quello di realizzare la Grande Opera o la Pietra Filosofale e questa rivelazione segreta è stata celata dietro un linguaggio simbolico perché dietro i simboli si nascondono delle grandi verità.
La tradizione alchemica è giunta ai popoli del mediterraneo tramite gli egizi che l’hanno trasmessa al popolo ebraico tramite Mosè, sacerdote alla corte del faraone, che apprese i misteri dell’antico Egitto e li trasmise al popolo ebraico. Infatti, il Pentateuco, i primi cinque libri dell’antico testamento, è un vero e proprio trattato alchemico.

Nel cristianesimo questa tradizione è stata trasmessa attraverso gli esseni, una setta giudaica con cui Gesù Cristo ebbe proficui contatti. La stessa vita del Cristo narrata dai vangeli rappresenta un percorso e una realizzazione alchemica. Tramite gli arabi che entrarono in contatto con la biblioteca di Alessandria di Egitto si arrivò fino al Medio Evo e questa tradizione passò ai cavalieri Templari dai quali si ebbe uno sviluppo presso i monasteri della cristianità.

Qui, la prassi alchemica venne sviluppata tramite 2 vie, una interiore ed una esteriore.
Nella prima si trattava di pratiche ascetiche, meditazioni, dove l’individuo trasformava i “metalli vili in oro” o il “piombo in oro”, in sintesi si operava per trasmutare i propri vizi in virtù.

La seconda via era quella della pratica di laboratorio, il motto degli alchimisti era “ora et labora”, prega e lavora nel laboratorio alchemico, un vero e proprio laboratorio segreto dove si trasformavano le sostanze, si facevano delle distillazioni, delle calcinazioni, delle macerazioni, si trattavano minerali, vegetali ed animali in modo da realizzare dei medicamenti che servivano al completamento dell’ascesi, questa pratica veniva chiamata Spargirica.

Tra gli alchimisti di grande spicco abbiamo Basilio Valentino, Raimondo Lullo, lo stesso frate Elia, successore di San Francesco, Arnaldo da Villanova, San Bonaventura, San Tommaso D’Aquino ed altri illustri personaggi. Grazie all’opera degli Alchimisti abbiamo la scoperta di sostanze come l’alcool, l’acetato di rame, etere solforico chiamato da loro vetriolo dolce, l’acido carbonico, l’ammoniaca, il carbonato di potassio, l’antimonio. L’alchimia spargirica era ritenuta una vera e propria ascetica, l’alchimista nel preparare i preparati farmaceutici partecipava con tutte le sue forze psico-spirituali alla trasformazione della materia fisica fino ad omologare tutte le operazioni verso la trasformazione della materia interiore.

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